
“Dalla stanza del “War Room” alla cella federale, fino ai piani per rifare l’amministrazione Trump: anatomia di un agitatore che non smette di dettare la linea del populismo 2.0.”
Il ritorno del “rivoluzionario in bomber”. Washington, luglio 2024. All’ingresso del penitenziario federale di Danbury, Steve Bannon – barba grigia, giacca militare, sorriso da pirata – alza il pugno verso un manipolo di sostenitori. «Tornerò presto», promette, prima di scontare quattro mesi di carcere per oltraggio al Congresso. È uscito a ottobre, puntuale come un climax narrativo: poche ore di libertà e già infila le cuffie nel seminterrato del suo townhouse – quello che lui chiama “Breitbart Embassy” – per riaccendere War Room, il podcast che produce oltre 17 ore di contenuti ogni settimana e funge da centrale operativa del movimento MAGA PBSThe Washington Post.
Per capire perché quel pugno alzato conti ancora – e perché Donald Trump abbia di nuovo bisogno dell’uomo che una volta definì “Sloppy Steve” – bisogna ripercorrere tappe, cadute, rinascite e relazioni pericolose di uno stratega che vede la storia come un ciclo da cavalcare… o da far saltare in aria.
Origini di un iconoclasta. Figlio di un centralinista di AT&T in Virginia, educazione cattolica, anni in Marina, MBA ad Harvard. Bannon impara il capitalismo a Goldman Sachs, ma la vocazione è il teatro dell’ideologia: compra diritti da produttore (c’era Seinfeld nel pacchetto), gira documentari su Reagan e Palin, poi approda a Breitbart News. Alla morte del fondatore Andrew Breitbart, nel 2012, Bannon trasforma il sito in piattaforma dell’“alt-right”, miscela di nazionalismo bianco, anti-élite e clickbait incendiario.
La cifra è sempre la stessa: “portare tutto giù per ricostruire”. Non a caso si definisce «leninista» – ma al servizio della rivoluzione populista, non di quella bolscevica. La sua ossessione prediletta è The Fourth Turning, teoria che immagina crisi cicliche pronte a spazzare lo status quo The Washington Post.
L’abbraccio (e lo schiaffo) di Trump. Agosto 2016: la campagna di Donald Trump annaspa, Bannon ne diventa “chief executive” e affila lo slogan «America First». A gennaio 2017 si insedia alla Casa Bianca come chief strategist. In sei mesi spinge:
- il travel ban contro alcuni Paesi a maggioranza musulmana,
- l’uscita dall’Accordo di Parigi,
- l’idea di “smantellare lo Stato amministrativo” a colpi di deregulation.
Poi arrivano i disastri: scontri fratricidi con Jared Kushner, polemiche dopo Charlottesville, un’intervista di troppo. Il 18 agosto 2017 viene accompagnato alla porta Ovest. Nessun rancore duraturo, però: Trump lo grazierà nel gennaio 2021 per la frode del progetto “We Build the Wall” ReutersManhattan District Attorney’s Office.
Dossier giudiziario: dal muro privato alla prigione pubblica.
- We Build the Wall: 15 milioni di dollari raccolti, parte dirottati secondo l’accusa; la grazia presidenziale ha chiuso il filone federale, ma la procura di Manhattan lo processerà a dicembre 2024 per frode e riciclaggio Manhattan District Attorney’s Office.
- Oltraggio al Congresso: rifiuta di testimoniare sul 6 gennaio, viene condannato a quattro mesi e alla multa; la Corte Suprema rigetta il ricorso e lui entra a Danbury l’1 luglio 2024 Levin Center for Oversight and Democracy.
- Altri contenziosi (inclusi quelli fiscali) restano aperti, ma per Bannon le aule di giustizia sono palcoscenici: «La persecuzione conferma che sto colpendo nel segno», ripete ai microfoni.
Ambizioni globali: l’“Internazionale populista” e la Certosa di Trisulti. Nel 2018 annuncia The Movement, lobby destinata a federare le destre sovraniste d’Europa. Risultato? Più diffidenza che fratellanza: AfD e FPÖ lo respingono, Salvini flirta ma senza consegnargli le chiavi.
Il capitolo italiano diventa quasi epico. Con l’alleato britannico Benjamin Harnwell affitta la Certosa di Trisulti, vuole farne “l’accademia dei gladiatori giudeo-cristiani”. Il ministero italiano revoca la concessione e scatta la battaglia legale. Nel 2024 un tribunale romano assolve Harnwell: via libera (almeno sulla carta) al campus sovranista ( POLITICO ).
War Room: la fucina del nuovo attivismo MAGA. Nel seminterrato di Capitol Hill, War Room va in diretta due volte al giorno e il sabato. È un format ibrido: analisi politica, teorie cospirative, istruzioni per l’uso. Non punta ai grandi numeri, spiega Bannon, ma a «formare un’avanguardia che poi spingerà il resto». E funziona: candidati come la deputata Elise Stefanik o l’influencer Laura Loomer trovano qui la corsia preferenziale per parlare al cuore (e al portafoglio) della base. ( The Washington Post )
Sul tavolo, accanto ai microfoni, spicca il tomo di “Project 2025”, manuale di quasi 900 pagine partorito dalla Heritage Foundation per rifare da cima a fondo il governo federale in caso di seconda presidenza Trump. «Questa è la mia Bibbia», confessa Bannon agli ospiti The Washington Post.
Amicizie, alleanze e guerre del 2025.
Soggetto |
Stato dei rapporti |
Cronaca recente |
Donald Trump |
Riavvicinato. Bannon è consigliere esterno, amplifica la campagna 2024 e prepara il terreno per “Trump 2.0”. |
Pardon per We Build the Wall (2021); telefonate regolari dopo la scarcerazione. |
Elon Musk |
Tregua armata. Musk piace a Bannon quando “colpisce il politicamente corretto”, ma sull’immigrazione high-tech volano insulti. |
Dicembre 2024: «Siedi in fondo e studia o ti strappiamo la faccia!» tuona Bannon contro l’elogio di Musk ai visti H-1B Mediaite. |
Ex staff Trump moderati (Pence, Kushner) |
Ostracismo totale. Per Bannon sono “globalisti” e traditori del 6 gennaio, ponte irrimediabilmente bruciato. |
Perché Bannon conta ancora. Ogni volta che sembra finito, l’ex stratega riappare: podcast, think tank, scuole di “gladiatori”, persino dall’interno di una prigione federale. La sua forza non è il potere formale, ma la capacità di creare narrazioni che altri – Trump incluso – traducono in decreti, tweet, meme o leggi di bilancio.
Finché esisterà una platea di elettori che si sente tradita dalle élite, il “Lenin di destra” avrà un pulpito da cui predicare la prossima crisi necessaria. E nel nuovo ciclo storico che immagina, la fase caotica è appena cominciata.
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